TEGOLINI AFFETTIVI

tegolino-mulinobiancoSAVERIO FATTORI

Ci ha chiamato l’ospedale, non solo si lamenta in continuazione, mamma sta diventando violenta. Cerca di picchiare le infermiere. Ha una forza che non immagineresti mai.

Si che la immagino. Cosa vogliono?

Vogliono che uno di noi l’assista giorno e notte. La tengono ricoverata perché papà quando sono venuti a prenderla gli ha fatto vedere la spugna nera, quella con cui ha pulito il suo vomito. In genere quello è un brutto sintomo, avranno pensato a una emorragia interna.

Quindi?

Quindi la tengono ricoverata in attesa di una gastroscopia, ma è un reparto di medicina generale, non sono preparati a un problema psichiatrico.

Ma sapranno cosa fare in questi casi.

No, ti dico di no. Non la sopportano più. Sta impazzendo, dice che la tengono prigioniera e che non le danno da mangiare. Dice che nella camera vicina c’è un pazzo che ha tentato il suicidio con la sua amante. Dice che era salito in reparto un uomo travestito da papà che se la voleva portare via con lui per farci cose brutte.

C’è qualcosa di vero?

Ma stai uscendo ti testa pure tu? Non vedono l’ora di darcela indietro, di liberarsene, e il digiuno lo sta facendo per la gastro, una infermiera ha chiesto come facciamo a casa a sostenere questa situazione. Ci compatiscono.

Lo sappiamo, mamma ha un brutto carattere.

Leo, nostra madre sta impazzendo. È chiaro? Tu hai un brutto carattere. Anzi, devo dire che hai davvero un carattere di merda. Lei è pazza. Nomina tutti i morti della sua famiglia come testimoni del suo stato di prigionia. Ma credo pensi siano vivi. Zia Maria, nonna Angela, u’parrino, lo zio Vincenzo, quello che si giocava tutti i soldi del padre alle carte.

È probabile, mamma non distingue più i morti dai vivi. È una gran fortuna se ci pensi, la demenza sigilla il dolore. Non è vero che invecchiando si torna bambini, i bambini non vivono tra i morti senza distinzioni.

Guarda che questo non è un dialogo dei tuoi libri di merda che non compra nessuno. Questa è la vita vera, io sono vero, tu lo sei, e pure mamma. Gli infermieri sono davvero incazzati. Ho paura che le facciano del male.

Hai ragione, sto gestendo tutto in leggera differita, da “scrittore”, con quel distacco che dovrebbe preservarmi dagli urti della vita. Come se l’identità di narratore mi ponesse su un altro piano, un piano superiore. Non è mancanza di umiltà. È una tattica per soffrire meno, un rifugio. Tipo la demenza. Scrittura&Demenza.

Vabbè, mi arrendo, sono stanca di te, della tua filosofia. Sei povero Leo, troppo povero per essere davvero intelligente. Le persone davvero intelligenti non sono povere.

Confermo.

Ma almeno le medicine che gli avevano prescritto per i nervi che tu sappia le prendeva?

Non credo, dice sempre che le medicine sono veleno.

E del vomito nero? Ho guardato su internet. Potrebbe essere un tumore allo stomaco, ma non vuole firmare nemmeno le carte per la liberatoria della gastroscopia. Chissà cosa crede che le facciamo firmare.

Sarò anche un filosofo povero e fallito, ma una cosa la so: mai mettere in Google nessun sintomo. Metti cose come: Anal lady, Wife slut motel, Big dick.

Idiota. E tu saresti il figlio intelligente, quello creativo.

I Tegolini.

Cazzo dici?

I Tegolini del Mulino bianco al cacao. Ti ricordi, ti ricordi, ti ricordi… ne andavamo pazzi, andavamo d’accordo solo su questo, e anche mamma ne usciva pazza.

Non capisco.

Mangia solo quelli, non lo sapevi? Dice che non mangia, che morirà perché non riesce a mangiare, ma non è vero, si vergogna di quelle fami bulimiche e rimuove tutto, ma la notte prima ha divorato una scatola intera di Tegolini al cacao. E non è la prima volta. Se non mi credi vai a vedere nel bidone sotto il lavello. Sono gli psicofarmaci, le danno una fame chimica incontrollabile, e si scatena su cose dolci, la cioccolata soprattutto.

Cazzo Leo. Pensi che dovremmo dirlo in reparto?

Se non distinguono la cioccolata dal sangue sarà davvero meglio riportarla a casa in fretta.

ENDOXA - BIMESTRALE LETTERATURA

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