DEMENZA, IDENTITÀ, METAMORFOSI
KEVIN DE SABBATA Stava disteso quasi immobile. Guardava ora da una parte ora dall’altra del letto, ora sorridendo, ora smarrito. Lo baciai sulla guancia, gli strinsi un po’ più forte la mano in segno di saluto, mi squadrò stupito e disse: ‘Chi sei?’. Mia madre scosse la testa: ‘Tuo nonno non è più lo stesso’.

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