CRUDELTÀ DI MEDIA INTENSITÀ: UN ESERCIZIARIO

MARY BARBARA TOLUSSO

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Non so se l’avete notato, gli uomini sono diventati un po’ signorine, eh sì, c’è questa ibridazione che ci manda tutti un po’ fuori di testa, soprattutto chi come me è abbastanza tradizionalista, conservatrice, fascista quello che volete, be’ insomma se devo farti fiori e rose tanto vale corteggiassi un’aiuola.

È problema serio, non ridete, cristo santo, ne va della riproduzione del mondo, certo al nord la situazione è drammatica, una fila di signorine ferme al bar a contarsi i peli mentre attendono qualcuna, qualcosa, qualcuna, qualsiasi cosa. Basta che si muovano loro. Dei pali.

Voi penserete: “Ma guarda ‘sta stronza di merda che è vecchia brutta odiosa e che si lamenta solo perché non cagano lei”, probabile, ma vedete, neppure a vent’anni mi cagavano, e questo è un fatto, credo dipenda dalla mia soave educazione, d’altra parte mia madre ha speso un capitale per darmela.

E in ogni caso, tornando al problema, io avrei una proposta, che ne so, col bene che si dice degli uomini del sud, io proporrei di esportarne di più al nord, per dire, vedete come sono progressista, cioè noi li pigliamo, ci riproduciamo e rimescoliamo la razza al fine di non trovarci più a letto con delle signorine che si fanno spogliare, lisciare, si fanno fare le cose da damine dell’800, anche se, va detto, a loro discolpa ci sarebbe il fatto che hanno scoperto quanto è più figo essere donne, che uomini, anche in quelle situazioni, dio santo.

E le femministe che imperversano sulle donne che vogliono assomigliare agli uomini, ma porco giuda concentratevi sul problema, cristo, oggi sono più gli uomini che vogliono assomigliare alle donne. e loro cieche, sconsiderate, ancora lì a dire il corpo è mio e me lo gestisco io, ma cosa gestisci? Cosa? Ché se qualcuno vuole gestirtelo con tutta probabilità è solo il radiografo che ti dice di alzare le braccia.

Vabbè. Uccidetemi. Bannatemi. Con educazione. Come delle signore.

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 Siete stati a messa ieri? Immagino di no, fedifraghi. Invece a me di colpo ieri a messa mi è venuto in mente che Dior era un vero figo e che faceva i miracoli, proprio come Dio, e infatti si chiamava Dior, mica scemo. Manco avevo finito di formulare questa ipotesi che vedo due miei amici likare il post di una con la faccia da mignotta che scrive robe tipo “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, 227 like. Mi sono accasciata sull’inginocchiatoio con tanto, tanto sconforto, eh ma che cazzo Gesù, gli ho detto, devi smetterla di far risorgere anche gente col QI di un pezzo di asfalto. E Gesù mi ha risposto che peccavo di superbia perché magari io non avrò il viso da mignotta, ma ho l’anima da zoccola che è peggio e si fanno peccati peggiori. Vabbè.

Poi a pranzo ci si è messo mio nipote che quando gli ho chiesto: ce l’hai la fidanzata? mi ha risposto: «È solo un’amica», ma insomma, gli ho detto «Non essere già così stronzo». Lui mi ha sorriso col sorriso da stronzo e si è messo a giocare con un video game. Intano mia sorella stava ordinando all’amica che avevo portato con me di non scroccare il secondo, che se aveva ancora fame al limite le avrebbe dato i suoi avanzi. E la mia amica rideva perché in realtà non è venuta per me, ma è venuta con me solo perché adora mia sorella, «Stronza», ho pensato, ma non l’ho detto a voce alta perché non volevo rovinare il santo clima della santa pasqua.

Poi mi sono girata verso mia mamma che senza io proferissi parola ha iniziato a dirmi «Mary se non credi negli altri non puoi pretendere che gli altri credano in te», ma dove cazzo sono?dove??? l’ho guardata come si guarda un bersaglio fisso e le ho risposto: «Mi dedicherò con dedizione alla costruzione di scatole di cartone. Sei contenta?».

L’unico sano di mente sembrava mio cognato e allora gli ho chiesto «Vuoi leggere una mia poesia che ho scritto questa estate? Ce l’ho nell’iphone» e lui l’ha letta perché è molto educato e ha detto che ammira come io riesca a essere evocativa con le parole, e mai con con i soldi. Sì lo so. A me riescono meglio quelle cose tipo spesso il male di vivere ho incontrato. E l’ho salutato. Ciao. Ci vediamo a Natale. Tutto ok comunque.

Poi mi sono drogata.

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 Caro Gesù, oggi è la domenica delle palme, ho anche comprato l’ulivo che poi infilo nel vaso, vabbè, mi rovina l’estetica del cristallo, ma insomma, lo faccio perché dici che da lì spari tanta di quella protezione che manco gli antibiotici della Roche.

Ho sborsato 7 euro per due rametti di merda e ho preso una vagonata di acqua santa per benedirmi la testa perché, voglio dire, una giornata di merda come oggi non si vedeva da ieri: niente soldi, niente amore, niente sesso.

Diciamocelo, mi hai preso di mira. Se ero una badante ucraina mi andava meglio, anzi a questo proposito ti volevo chiedere una cosa: siccome tu domenica prossima risorgi e dici sempre che anche noi risorgeremo, volevo chiederti: quando muoio puoi farmi risorgere come cameriera? oh, non ho mai incontrato un uomo a cui non piacessero le cameriere. Manco uno. Guarda secondo me anche i gay si farebbero una cameriera e pure tu, voglio dire, farsi asciugare i piedi dalla Maddalena, proprio roba da cameriere. Ecco io vorrei fare la cameriera quando mi fai risorgere, una vera cameriera, come quelle che si vedono nei film trash anni ‘70, un po’ beota, con le tette grandi e l’accento veneto, se mi fai nascere in una famiglia che vuole farmi studiare vado a dire in giro che gli ulivi qui dabbasso li hai fottuti a parco Sempione. E li rivendi a 7 euro. Ci siamo capiti.

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 L’altro ieri sono uscita con due amiche, quelle robe tipo sex & the sfiga.

Be’ comunque parlavano di come sono comodi gli uomini, sempre innamorati di due persone contemporaneamente, e la moglie e l’amante e la fidanzata e l’amante, e la gatta e l’amante, e che cazzo, o ami una o l’altra, come si fa insomma? saprai se ami una persona o un’altra no???. “vero vero” ho replicato “che stronzi”. però ho detto una bugia perché attualmente io sono innamorata c o n t e m p o r a n e a m en t e di 3 persone, ma siccome sono falsa ho aggiunto “inaccettabile. proprio delle merde”. “appunto” ha risposto L, mica potevo dirgli che gli uomini hanno ragione, cioè oggi ci sei domani no, e poi non è per portare sfiga, ma gli uomini vivono meno delle donne, cioè hanno ragione, secondo me, ovvio, non tutti hanno ragione, per esempio i miei no. solo quelli delle altre.

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Un piccolo favore, per favore: non scrivetemi lettere sentimentali. A noi femmine ci piacciono tanto, è vero, ma ci sono due motivi per cui personalmente non mi entusiasmo. Il primo è che un amico stimato anni fa mi disse che io di sentimenti non capisco un cazzo, “proprio niente”, disse, per cui capite, a nessuno piace sentirsi un deficiente. Il secondo è che pure a me piacerebbe ricevere lettere sentimentali, se voi foste Valmont, ma siccome siete voi: niente.

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Bello quando ti chiedono amicizia e dopo sette, sette minuti e mezzo compaiono 25 note del nuovo amico Pinco Pallo che gli piace la tua foto x, gli piace la tua foto y, gli piace la tua foto alfa, gamma e omega. Sono cose che riempiono di gioia e di speranza per il futuro.

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Caro Gesù siccome oggi è il primo giorno dopo secoli che non ho da scrivere niente, manco “lavami” sui vetri e siccome sei un po’ stronzo hai pensato di far piovere, quindi mi devi qualcosa, allora ti chiedo per piacere di farmi incontrare uno nelle prossime due ore, va bene anche se me lo fai incontrare a messa, come nel Medioevo, basta che non sia un cattocomunista, ché hanno strane idee tipo rapporto alla pari.

Io non ho mai capito il rapporto alla pari, cioè preferisco se mi fai incontrare uno che mi porta a cena e paga, che mi fa passare per prima davanti a un uscio e che mi dice quanto sono figa, originale e unica.

Ieri alcune amiche mi hanno detto che sono seriamente disturbata, mentre loro sono sane perché vogliono un rapporto alla pari, anche se poi a volte le vedo fare le badanti, ma mica glielo dico, se no dopo non mi badano più, non sono mica deficiente.

Va bene, intesi allora, adesso mi lanci a terra uno bravo, sensibile e badante, non progressista, ricordatelo, e non fare il furbo, se mi mandi un moderato vado a molestare un prete, voglio dire, già ne hai pochi.

Ok. Vado alla messa delle 9 così hai un’ora per pensarci. Grazie.

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 Primo lento. Primo festino. Anni: 15. a Trasaghis, un paesino di merda ai piedi di qualche monte, il festino era da Vera, una mia compagna di collegio.

Per andarci pestai i piedi finché mia mamma mi lasciò fare, ma mi diede tre sberle mica male perché le avevo detto che era una stronza-bastarda-aguzzina. In ogni caso fu lì che ebbi il mio imprinting estetico maschile.

La festa era noiosa, ok c’era Tozzi, ok c’era cibo e zero alcol e poi c’era Alessandro, un biondino bellino, però a me i biondi fanno cagare, non mi piaceva, piaceva ad Antonella, che mi stava sul cazzo, per cui durante questo lento lasciai che mi ficcasse la lingua in bocca per 6 secondi, dopo di che inventai una scusa e andai al cesso.

E qui inizia la storia. Per andare al gabinetto bisognava salire al primo piano che, appunto, sembrava deserto e silenzioso, entrai in toilette e mi sedetti sul bordo della vasca pensando: cazzo ci faccio qui? Le ho pure prese da mia madre, e ‘sto biondo di merda che adesso inizierà a scrivermi, a telefonarmi, e non parla bene l’italiano, no davvero quanto ero snob e vabbè, ero giovane, comunque arriva Vera e dice: “Ah figo, Alessandro è già cotto, guarda che è uno quotatissimo”.

Entusiasmante, pensai, in un paese di 1000 anime “Ma non sa coniugare i verbi!?!”, dissi. Vera si girò e mi guardò con imbarazzo. Aveva ragione, lei era un’educanda bellissima, occhi scuri, carnagione scura, magra, sveglia e vabbè, la sua camera in istituto stava tre stanze più in là della mia, eravamo abbastanza amiche, conservo ancora qualche sua lettera.

Poi Vera se ne va dal bagno e io continuo a meditare, più che altro non volevo scendere perché no, non ce la potevo fare a baciare di nuovo il tipo lì, l’analfa biondo, bello ma insomma. No. E poi si apre la porta del bagno ed entra un ragazzo alto 1.84, pelle meravigliosa, capelli meravigliosi – scuri – e, soprattutto, senza un indumento addosso se non un asciugamano bianco intorno ai fianchi, anni: 17 circa. “Ah scusa” dice “credevo non ci fosse nessuno”.

Dopo il primo shock penso: ma come cazzo è che c’è gente che gira nuda? Lui come fosse casa sua si guarda un attimo allo specchio e poi mi chiede: chi sei? Ma minchia chi sei tu che giri in casa della mia amica con un fazzoletto in spugna che ti copre solo l’uccello. Io non rispondo, probabilmente ero imbambolata. Più che altro imbalsamata. Per fortuna rientra in cesso Vera e dice: “Ah questo è mio fratello, Roby”. Vede il mio stato catatonico, mi piglia per il braccio e mi porta via. “Ah sai, lui è al Renati” il Renati era il collegio maschile e quindi avevo pensato, figata, saprà anche coniugare i verbi: “Probabilmente era in camera a scopare con la sua ragazza” dice, doccia gelata e addio declinazioni. E fu un addio serio. Mai più visto. Mai Mai più.

Questa creatura al di sopra di ogni descrizione, è comparsa nella mia vita per non più di due minuti e non l’ho più potuta dimenticare e non ho più incontrato un uomo che restituisse al mondo tanta perfezione estetica e tanta sensuale disinvoltura. Per dire, la vita, coincidenze casuali, incontri imprevisti che mettono radici come se fossero attimi immortali, destinati a morire solo con noi. E queste persone non sapranno mai di aver contribuito al nostro mondo. Fantastico.

Ce le avrete anche voi queste icone adolescenziali, assolute. E chissà quanti di voi saranno stati icone di altri, inconsapevolmente. Comunque ora sarà grasso, brutto, andato e mi piace immaginarlo che bestemmia e gioca a briscola nel bar del paese. Tanto l’immagine non si scalfisce, del tutto simile a Louis Garrel, per intenderci. Va bene. So che è una storia di merda. Ma avevo voglia di scrivere. Cazzi vostri. Vado a comprare un paio di jeans. Ciao.

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Titolo: Piccola storia triste in cui ciò che conta è la Fine.
stavo pensando che la cosa più strana che una persona ha fatto per me è stata portarmi a vedere dov’era nata la sua famiglia. ricordo che ho pensato fosse un gesto assolutamente poetico e assolutamente normale.

Faceva un caldo della madonna e io mi sentivo anormale, non provavo alcuna empatia sulle origini, e ho pensato che forse stavo sbagliando, che forse qualcuno avrebbe preteso degli scatti a Natale, dei bambini e cenette in piedi nei salotti buoni, ricordo che chiesi: “ma a te mica piacciono quelle robe tipo le grigliate con gli amici in giardino?” Ero terrorizzata. Il giorno dopo la mia amica Chiara per portarmi in chiesa mi strizzò in gola una boccetta di lexotan.

Comunque è una delle cose più strane che mi siano capitate, l’importanza delle radici, a me, cresciuta in un posto dove ogni giorno ti ripetevano che le uniche radici che abbiamo sono polvere. Potete immaginare quanto io sia attratta dalla metafisica. O da altre seghe tipo la politica, anzi ne approfitto per dire al politico moderato triestino che da ieri sera mi rompe i coglioni in messenger per avere un’intervista, che al prossimo messaggio lo fotocopio e lo schiaffo in bacheca. Tu e le tue origini.

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 Prima mi telefona uno, non esattamente mio amico, e insomma dice: “Quello lì che ti lecca il culo in bacheca, sappi che alle tue spalle dice peste e corna”. “Caspita”, dico io “che originale”. Comunque vi prego, non smettete per favore, pure Kant dice che solo gli idioti sono coerenti, non fatemi buttare nel cesso il lavoro di una vita di merda.

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Mi stavo chiedendo: ma quanto ci vorrà perché una condivida il parto in diretta Facebook? Ci siamo? Non ci siamo? Che belle idee, è roba distopica forte, tipo lo schiavo che esalta l’idea di comunità. Secondo me ci siamo, abbiamo raggiunto a sufficienza il basso, siamo così fortunati, voi non ve ne rendete conto, perché siete idioti, e pensate solo ai lecca lecca di un Rinascimento, io invece dico che assistere alla merda in diretta è una fortuna.

Philip Dick ne avrebbe fatto un capolavoro.

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Prima un’amica al telefono mi dice che ha messo in opzione nascosta tutti gli amici e le foto. “Perché?” Le chiedo. “Così non spiano”, dice.

Ma cristo santo, dico io, ‘sta qua non è un cazzo di nessuno, esattamente come me, esattamente un cazzo di nessuno. “Ma mica sei una vip con gli amici vip”, le faccio, “chi vuoi che ti caghi? Tutt’al più qualche furbo ti fotte un po’ di amiche fighe.” E lei si incazza. Grandioso. Dice che le ho dato della sfigata. Alla fine ho dovuto pure consolarla che sì, ha fatto bene a nascondere i suoi amici e le foto, che appunto esiste una privacy, per chi è sensibile, che forse sì, qualcuno la spiava, che forse sì, qualcuno era interessato a sapere chi come perché ha quegli amici, e non altri. Chissà che retropensieri sulle foto di Giuseppe, Teresa o Deborah. Mica gente qualunque. Minchia fanciulli, ripigliatevi. Ma chi vi caga?

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 Mi rivolgo alle persone che non si sono riprodotte, oh, ma capita anche a voi di beccare l’amico, l’amica, zia, cugina che vi dice:”ahhh vedrai, da vecchia, senza figli… ti pentirai…” E te lo dicono con quell’aria da anatema che p e r f a v o r e v a d e r e t r o. Io sono vecchia e sto attendendo di pentirmi, certo con un figlio avrei meno problemi ad andare al Plastic, tanto guiderebbe lui, cavoli, sono quasi pentita. intanto educazione vuole che all’amica chieda come sta la sua, di figlia “Si è iscritta a psicologia”, dice. Cristo, penso, non poteva drogarsi come tutti gli altri? Detto ciò non trovate che il mio guardaroba sia il più figo del mondo? Lo userebbe anche mia figlia. Ecco.

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Quando ho parecchia nostalgia, sentimento detestabile quanto il rimpianto, vado a vedere in Google Maps se c’è ancora la recinzione piazzata sulle mura del mio ex istituto.

Era il 1982 quando l’hanno messa, per colpa mia, io fuggivo spesso, spacciavo Roipnol in alcuni locali, ma quella volta, nel 1982, mi beccarono, cioè semplicemente non avevo voglia di rientrare e presi un treno. Così da allora hanno ficcato sopra questo ulteriore ostacolo. ma il punto è che io non scavalcai quelle mura, ferrigne e impervie. Uscii semplicemente dalla porta. Lì capii come la gente pensa sempre alla cosa più difficile, quando la verità in sé è semplice, come diceva quel brav’uomo di Hannibal Lecter.

Uno dei prossimi giorni gli telefono, ai miei ex precettori, gli dico come andarono davvero le cose. Soprattutto quanto è utile il rigore, per imparare a eluderlo, se ne vale la pena. Poi, ovvio, mi gasa che la rete sia ancora lì, a dire che no, no, questa è una prigione sicura.

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 Oh, quanto ci ha rotto le balle ‘sta lettera? No perché poi ti sale ’na frustrazione che manco Jane Eyere, puoi solo pensare che ‘sta Milena era una bella figa ma idiota, come diceva Proust, sì dai ve lo spiego, so che la maggior parte di voi fa finta di aver letto Proust.

Allora, Proust diceva che agli intellettuali – credo in All’ombra delle fanciulle in fiore – piacciono un sacco ‘ste gatte morte (non come me, io sono una gatta morta top, diciamo due tacche più in giù).

Dicevo, agli intellettuali, poeti, artisti, piacciono ‘ste donne perché non forniscono motivazioni ai loro pensieri, per cui l’uomo si ringalluzzisce e dà lui motivazione ai loro pensieri. Tipo: se la tizia dice: “ohhh mi piace Tiziano”, oppure “adoro la musica di Mozart”, lui non penserà che, perbacco, ‘sta tizia ha appena detto che il bianco è bianco e il nero è nero. No. Penserà piuttosto che dietro a questa concisa asserzione si celerà chissà quale mistero che, naturalmente, spetta a lui decodificare. Insomma fa tutto lui.

Molto gratificante, per un uomo, caro Kafka, tu e la tua saponetta Milena, lo dice Proust, mica io, anzi, io sono ferocemente invidiosa di quella roba lì. Ora, quello che voglio dire, quello che mi sento di esprimere con il cuore in mano, è che io non sono così sveglia, sembra ma no, credete a me, avevo 4 in matematica, tutt’ora mi perdo nel mio quartiere e la maggior parte delle volte mi stupisco a cena con un uomo, mi vengono gli occhi da cerbiattino, rido alle vostre battute e posso portarvi il caffè a letto dicendo “ohhh adoro Truffaut” o Bunuel o quello che volete. In altre parole: speditemi un cazzo di lettera come questa, come quella di Kafka a Milena, cristo santo.

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 Giorni fa ero a una cena con dei tizi che ci tenevano ad aggiornare i commensali che no, loro non credono al matrimonio, che è la tomba dell’amore, che l’amore non si basa su un contratto e bla bla bla. “Che imprevedibilità”, ho pensato, manco per un profilo romanzesco vanno più bene, per cui mi sono alzata e ho detto che dovevo fare la pipì e mentre facevo la pipì mi sono detta: sicuro che se gli frugo in casa ci trovo le medicine olistiche, la borsa di tolfa e l’iscrizione all’Unicef.

Be’ comunque semplice così, stanno lì a dire “no no no io non credo al matrimonio” e niente minaccia il loro credo, gara facile, roba comoda, nessuna sfida, io mi sono sposata in chiesa e in comune e manco riesco a essere ufficialmente sposata. ‘Tze. dilettanti.

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Non so bene come dire, però secondo me quelle coppie che dicono “meglio se ci prendiamo del tempo” tipo “prendiamoci una pausa di riflessione” è solo perché vogliono scopare con altri.

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Stavo watzhappando con un amico a cui do sempre della zoccola, ma in modo affettuoso, carino e mamma mia lui si offende e non risponde, ma porco giuda siete peggio delle femmine, ‘ste gatte morte… ma non ho capito, è pure di sinistra, ma decidetevi, o la volete sta parità o no.

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Stamattina apro gli occhi, ancora a letto, li richiudo, allungo una mano al comodino, sto un po’ ad occhi chiusi con il cell in mano, riapro gli occhi, apro FB, mi compare l’home, qualche poesia, qualche battuta, qualche romanticismo qua e là, un po’ di raro cinismo, e poi una sfilza di essere poeta per Blanchot, per Deleuze, per Derrida, per Jabès, tra un po’ si inventeranno essere poeta per Hegel, Socrate e perché no, per Anassimandro. Richiudo gli occhi. Lascio andare il braccio. Penso che ho ancora due cucchiaini di Nesquik.

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Che sballo questo blocco di FB, meglio di Youporn.

Ieri alcuni hanno voluto farmi sapere che sono stata fessa a farmi segnalare. “Perbacco”, ho pensato, “non farsi bloccare da FB è diventata la quintessenza della furbizia. wow.”

L’unico messaggio simpatico è stato del mio amico Tony che mi ha scritto: solo tu potevi farti bloccare da una minchia. Sempre uno step in più, Tony.

Comunque dicevo: meglio di youporn. Provate a pensarci, se mettete al posto degli organi sessuali quelli mentali, avete questa repressione dell’ego ipertrofico che insomma, non vi sta più nelle mutande. Per cui mi sono eccitata tantissimo. E manco potevo farvelo sapere. Consiglio a tutti un blocco, una volta ogni tanto. È come ritardare l’eiaculazione. Altro che punto G, il punto B di Facebook è il nuovo punto del sole, a ritmo lento e sincopato, mmmmhhh non ci si può pensare, ah io per me sostituirò il più triviale e smodato “scopami!” con un più elegante e robusto: “bloccami!”. Sicuro. Provate a bloccarmi.

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 Vi è mai capitato di uscire con uno di quelli che a cena ti dicono tutte quelle stronzate spirituali, tipo il senso delle cose, che cercano se stessi, immagino di sì, be’ io ci sono uscita molti anni fa. non ho aperto bocca, cioè lui mangiava e diceva che appunto, cercava se stesso.

Io mangiavo e pensavo: questo è così idiota da non capire che finché cerca una cosa non lo è. Ma stavo zitta, sono educata se voglio, probabilmente deve aver scambiato il mio silenzio con la presunta timidezza di un coinvolgimento, d’altra parte non era un fulmine, e infatti alla fine mi fa, frase storica da cartone animato: “Io sono strano”, “No, sei leso”, pensavo “Spero tu non ti innamori di me”. “Tenterò”, ho risposto.

Mai più incrociato neppure per sbaglio. Chissà dove cazzo è finito, chissà se ha trovato se stesso. Chissà come ci è rimasto.

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Prima stavo ascoltando One degli U2 e ho pensato a quali fossero i ricordi più brutti della mia vita negli ultimi due anni, se poi volete dire i vostri diteli, sì va bene pure quella volta che avete tanto sofferto per lo tsunami e le sue vittime, d’accordo, anche se entrerei più in empatia col fatto che voi stavate affogando. e quando mai. Comunque, visto che siete qui, e tocca tollerarvi, il mio è decisamente uno:
1) il campeggio

P.s.: (anche la gente che mangia nel patio della tenda da campeggio, a dir la verità anche la gente che dorme sulla brandina da campeggio, pure io mi facevo orrore nel campeggio, anche fuori dal campeggio, ma di più dentro).

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Ve lo ricordate Guinizzelli, “al cor gentile rempaira sempre amore/ come l’ausello in selva… etc etc…”?

Ora, so che è una roba da medie, perdonatemi, mi ricordo che quando venni interrogata per parafrasare mi misi a ridere perché, insomma, pensavo: ma guarda questo, che genio, che metafora sporca, l’ausello e la selva, snocciolata così mentre descrive l’amore nobile, e niente, ridevo e non riuscivo a parlare, e la mia compagna di banco rideva di più, perché le avevo già segnalato l’alta capacità simbolica del Guido, e poi mica potevo dire a suor Teresa quello che pensavo, ero in una scuola cattolica, per dio, grandi scuole le scuole cattoliche, se avete figli svegli mandateli lì, subiranno i giusti traumi per essere dei veri intellettuali, cioè dei pervertiti, comunque quello fu l’unico 3 che presi in italiano, non riuscii proprio a procedere, perché poi questa, la prof intendo, continuava a dirmi che non c’era nulla da ridere su questi magnifici versi che esprimevano, appunto, la corrispondenza naturale tra amore e cuore nobile. e più lo diceva più io pensavo all’ausello e alla selva, me la sono quasi fatta addosso.

  1. Per dire: la potenza della letteratura. A 14 anni.
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E niente. per la prima volta nella mia attività di giornalista mi sono dimenticata di fare un’intervista. non potevo crederci. È che sono innamorata, giro per casa avvolta in vestaglie decadenti, non mi lavo, non mangio, vedo un uccello (in cielo) e mi commuovo, ciabatto sospirando, ho chili di melassa in gola, sapete quelle cose per cui non si riesce a parlare se non per emettere suoni sordi e muti tipo “ohhh”, “ahhh” e ho male al cuore ogni volta che penso a lui che non mi vuole.

Vi pare possibile? no dico, è logicamente impossibile che neanche Keplero potrebbe dimostrarlo. E invece niente, lui vuole le altre, non me, santiddio, capisco che per voi sia normale, ma d’altra parte, vi siete visti? Per cui potreste dirmi come si fa a recidere i lacci del sentimento?

Recidere-i-lacci-del-sentimento. dio mio, quanto può far schifo la lingua? Sono rovinata. Soffro. E per gli altri. In fondo anch’io ho un’anima impegnata. Se continua così domani mi iscrivo a un partito, a un corso di yoga, a un’associazione equo solidale.

Scompaio. Mi annullo. Voglio morire per amore. Figata. secondo voi se uno muore per amore la fanno lo stesso l’autopsia? E ai piani alti ti fanno uno sconto? Comunque, secondo me, se uno muore per amore, l’altro dovrebbe essere arrestato. Che diamine. “ohh. Ahh”. Vabbè cazzo sto qui a dirlo a voi che non capite un cazzo di voi. Figuriamoci di me. Addio. vado all’Ictp, al Centro di Fisica, a farmi guarire dalla scienza.

 

ENDOXA - BIMESTRALE NARRATIVA

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