ASSOLO
TONY KARED
Giù nel cortile, il gattone bianco ha catturato un grosso ratto. Lo tiene avvinghiato tra le zampe, le fauci strette sulla gola. Non fosse morte, si direbbe Kama sutra. La tua faccia è ben focalizzata nel mio ricordo. La smorfia sulle labbra quando hai gettato via per strada il mio regalo. Non fosse morte, sarebbe stato jazz. Siete andati via in parecchi in questi ultimi anni. Quasi tutti alla dura maniera comune. Anche mia madre, resettando la vecchiaia con una nuova strana fanciullezza, se n’è ormai andata; e fa uno strano effetto esserci ancora mentre voi non siete più. Chissà se un giorno si rinasce, chissà dove, chissà come; chissà perché – possibile che tutto questo casino sia il preludio a una bolla di nulla assoluto?
Il ratto è esanime, disteso su un lato. Il gatto lo annusa e se ne va. Mi accendo una sigaretta e mi verso del rum. Quanta vita toglie una sigaretta? Ma sì, meno di un incidente stradale o di una pallottola. Non fossi solo, sarebbe rock and roll.