ANCHE SE VIAGGERÒ NELLO SPAZIO, LA MIA VITA CAMBIERÀ DA COSÌ, A COSÌ COSÌ
CRISTINA RIZZI GUELFI
“Esistono due possibilità: o siamo soli nell’universo o non lo siamo. Entrambe sono ugualmente terrificanti.”
Arthur Charles Clarke
Ho iniziato a sentirvi nelle colonie estive circondate da vastissimi campi senza montagne. Perché tutti parlano in codice. Loro hanno paura. Loro credono che sia invidiosa dei loro sofà dell’ovest, dei balocchi di plastica dalle linee arrotondate, degli scaldavivande con leprotti e paperi. Ho iniziato a sentirvi prima che tutti mi dicessero che non esistevate e che era vietato ascoltarvi. Non capivo bene le vostre parole, quei suoni di acca aspirata mi si sbriciolavano in bocca e balzavano in aria come frollini gettati contro il muro. Alla fine avevo detto loro che eravate solo un radioricevitore. Il radioricevitore sembra innocente. Avevo detto a tutti che era color muffa, ricoperto da uno strato di unto. Non sapevano niente, loro. Non sapevano che il mio radioricevitore erano voci color rosa, rosa come le pastiglie degli astronauti. Quelle che si sono mangiate sulla luna, mentre fingevano di interrare bandiere mosse da una macchina che serviva ad asciugare i capelli. Ho iniziato a sentirvi nelle colonie estive circondate da vastissimi campi senza montagne, ma voi avete imparato da Rudolf Hertz a generare onde e maree e a farmi distinguere la verità dal resto. Perché io non giungerò mai nello spazio, sarò sempre con i piedi per terra. Ma giungo.