GROUND CONTROL TO MAJOR TOM: SOMIGLIANZE DI FAMIGLIA

36754350342_15b196d05c_bTONY KARED

Albero. Tu dici questa parola a una persona e nella sua mente si apre l’immagine di un salice lussureggiante, una quercia ingiallita in autunno, un ulivo; e così via. Questo perché conosce già quell’immagine, tu semplicemente la evochi. Oppure gli dici simpatia o odio. Sono sentimenti, non entità tangibili come un albero, eppure quella persona si fa, a modo suo, un’idea del significato di quello che gli stai dicendo. Il nostro linguaggio è fatto di figure retoriche.

Mi occupo da quasi quattro anni di mia madre malata di Alzheimer e la cosa più dura, al momento, è questa difficoltà di comunicazione che si accentua sempre più: cosa è una tazzina? A cosa serve il rotolone di scottex? Dal lampadario viene giù la luce o il fuoco? Immagina per un momento che una persona ti dica amore e tu non hai idea di cosa significhi: è una metafora terrificante. Resta una base però, che ho notato essere ancora in funzione: un abbraccio, un bacetto, un contatto: non hanno bisogno di figure retoriche. Non ancora.

ENDOXA - BIMESTRALE FILOSOFIA LETTERATURA

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