STORIA SENZA TRAMA, MA CON ECOLOGIA QUANTO BASTA

1CRISTINA RIZZI GUELFI

La cementificazione ha scoperchiato i tetti, le case sono sempre più attigue, i rumori una voluminosa fonduta indistinguibile. È come avere un ampio plastico sotto il grugno, e pigiare i tasti di un telecomando che lacera le tende e abbatte gli usci E io sempre voluto una casa volante. Un sobborgo di edifici alati mossi da una sequenza di leve. Edifici che si muovono per trovare un nuovo panorama, per sfuggire alla monotonia dei medesimi arbusti del giardino. Dimoranti che spingono pulsanti per muovere la casa di qualche centinaio di metri, giusto il tempo di arrivare a scorgere i raggi del sole in un faggeto, sporgendosi dalla finestra del soggiorno. Con un semplice tasto si può andare a cercare il tepore del sole o la brezza del lungomare. Si può finanche spostare la visuale sul tramonto rosso che colora il bianco di cave di marmo. Certe viste compensano i contrattempi di movimento in contemporanea con i vicini di casa. Incidenti e collisioni fra camere da letto e cucine dei vicini che spuntano in bagno. Nulla a che vedere con certi normali appartamenti, severi levigati da copridivani acrilici per dileggiar deretani di abitanti taciturni quasi sempre legati da doveri familiari che si confidano cose maligne ma perfettamente soppesate, che si ripristinano la capigliatura dopo essersi ingiuriati con garbo mentre il fumo di sigarette si spalma su affreschi da quattro soldi. Niente di più fisso e spoglio. Ma, in fondo, il segreto è non soffermarsi sui mattoni troppo a lungo.

Ps: le foto non sono fatte con AI ma di mia sana manipolazione 🙂  ho preso varie mie foto e le ho assemblate e il mio tunnel carpale lo sa. Ispirate da Laurent Chéhère.

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ENDOXA - BIMESTRALE FOTOGRAFIA LETTERATURA

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