MISTER OKAY VS. GIANT PRETTY LORY©

WhatsApp Image 2024-01-25 at 13.04.47PEE GEE DANIEL

“E ora scopriamo un po’ se funziona” mumblemumbla il Giocattolaio Cremisi, articolando le labbra come per blablare, ma tace, un tantinello in ansia mentre dirige la mano guantata con l’indice puntato in avanti verso il grosso pulsante che spunta su dalla console dai molti suoni e lucine a intermittenza che ha sotto il naso mascherato.

Ora pigia, senza più indugi. Il pulsante attiva la sua ultimissima creazione: la riproduzione colossale di Pretty Lory©.

Pretty Lory© era stata il giocattolo di punta della JoJok Toyz, una multinazionale specializzata nel merchandising ludico capeggiata a suo tempo dal noto magnate Joseph Bengelen.

Si trattava di una linea di fashion doll alte all’incirca dodici pollici. Bambole snodabili fabbricate in cloruro di polivinile, ricche di accessori e gadget. Le numerose variazioni partivano tutte dal prototipo Pretty Lory©, la prima della serie a essere stata immessa sul mercato, che riproduceva le fattezze di una strappona dai capelli freschi di piastra, un make-up supercute e un outfit lovvabilissimo. C’era chi assicurava che la bambolina fosse stata progettata sulle prosperose sembianze di una vecchia attrice porno, di quando ancora questo genere cinematografico veniva proibito ad alcune fasce d’età. A chiunque fosse ispirata, le giovani acquirenti parvero gradire fin da subito.

Si blablava che nel mondo si vendesse una Pretty Lory© ogni tre secondi.

Poi sappiamo tutti come la situa sia precipitata in una manciata d’anni: la JoJok Toyz aveva tragicamente sbaraccato.

A Bengelen, dopo la rovinosa bancarotta dell’azienda, diede di volta il cervello: in preda a una collera vendicativa verso l’intera società, si trasformò nell’attuale Giocattolaio Cremisi, un losco malvivente sempre pronto a tirare brutti scherzi alla collettività per mezzo dei suoi balocchi riattati allo sterminio di massa.

Stavolta l’ha fatta grossa. Ha deciso di sciottare in alto. Per l’occasione ha appunto riesumato la sua creazione più celebre, con alcune importanti correzioni: all’interno dei suoi laboratori segreti ha buildato infatti una Pretty Lory© teleguidata alta all’incirca trenta piedi. Solo per cucirle addosso il tailleurino color yello c’è voluto l’equivalente in stoffa di un tendone da circo. Per il paio di scarpe da farle calzare ha dovuto abbattere una mezza dozzina di capi di bestiame da cui recuperare cuoio a sufficienza.

Ma è il materiale che costituisce quel suo corpo oversize a destare la maggior meraviglia: la classica sostanza sintetica con cui erano forgiate le pupattole commercializzate dalla JoJok è stata soppiantata da tessuti organici sintetici. Carne artificiale in altre parole, di quella che vendono a bobine per produrci bistecche o burger con la stampante alimentare 3D nella comodità di casa propria.

Non si sa esattamente dai muscoli di quali animali adulti o dagli embrioni di quali specie il Giocattolaio abbia estratto le cellule staminali. Sus! Che il villain abbia attinto alle spoglie della moglie che aveva a suo tempo sushizzato, dopo averla sgamata a tradirlo col suo socio in affari? Il timore c’è.

Coltivandola in un bioreattore ottenuto da una vecchia caldaia per la caramellatura dei bastoncini di zucchero, da quella minuscola cellula è riuscito a generare la bellezza di una decina di tonnellate di carnazza, ch’è poi riuscito a differenziare in ogni singola parenchima utile: muscoli, nervi, cartilagine e tutti i diversi altri tessuti organici necessari a una motilità autonoma, animati da un endoscheletro in metallo.

Per renderla sufficientemente ginnasticata l’ha poi dotata di una corteccia cerebrale artificiale connessa alla scatola dei comandi in sua dotazione.

Quando il suo creatore spinge il bottone, tempo una frazione di secondo e la gigantesca Pretty Lory© si erge scricchiolante dal piazzale su cui era sdraiata fino a un attimo prima.

Il Giocattolaio sprizza gioia infame da ogni poro: «Va’ ora! Distruggi tutto quello che trovi!» le intima dentro un microfono che vibra in sintonia con la sua voce nasale.

Pretty Lory© si alza in piedi, si spazzola la polvere da quello schianto di vestito che le ride addosso, si aggiusta la capigliatura cotonata e parte all’indirizzo di Catchemall City, la capitale del nuovo ordine mondiale.

Catchemall, come al solito, è in un continuo orrorsciò. Il Giocattolaio Cremisi deve averla scelta apposta, l’ora di punta, per l’incursione di Pretty Lory©, così da slashare quanti più possibile dei trenta milioni di Catchemalliani lì in giro, tutti ingaggiati nelle loro febbrili attività.

La bambolona parte dall’hinterland. Villette a schiera, giardini all’inglese, cordoli sulla strada per far rallentare i mezzi e non disturbare la quiete pubblica. Lei calpesta tutto ciò che le si para davanti senza fare troppi complimenti.

«Che gran bella giornata, amiche!» pronuncia garrula, sbattendo le sesquipedali labbra, mentre affonda i tacchi da dodici piedi dentro lo stuolo di pannelli solari e nei coppi sottostanti, giù giù per il solaio e il piano alto e il piano terra di una palazzina tinteggiata fucsia, fino a marmellatizzare sotto le larghe suole l’intera famiglia colta a desinare intorno al tavolo della cucina.

«È il momento giusto per una sana scarpinata» prosegue con lo stesso tono allegro, per quanto gracchiante in certi punti, mentre, una falcata dopo l’altra, raggiunge la periferia est. Si fa spazio tra i palazzoni popolari sradicandoli uno a uno e spedendoli al di là della linea dell’orizzonte, come tanti pennelli fondotinta e spatole per gloss ormai scaduti.

Il suo passaggio viene accolto da una cacofonia di urla e maledizioni, mentre procede una scarpa davanti all’altra, mostrando a ogni passo le suole annerite dai corpi dei cittadini spiaccicati lì contro.

È la volta del downtown ora per essere devastato dalla passerella della mega-doll. Il traffico è congestionato. I barriti dei clacson bitonali si innalzano al cielo. Si è sparsa la voce dell’arrivo del giocattolone genocida, cercano tutti di sgommare via prima di essere travolti loro pure.

«Camminare mette appetito!» asserisce Lory, massaggiandosi il pancino, mentre si abbassa sulla folla dispersa per la piazza centrale in un fuggifuggi frutto del più atterrente timor panico.

Afferra una manata di persone, compreso un carrettino di hotdog, e se le infila tutte in bocca masticandole sorridente. Per non appesantire il sistema peptico, il Giocattolaio Cremisi deve averla fornita di una digestione diretta, proprio come quella delle oche. Lo si capisce dal fatto che, avanzando per la sua strada, senza curarsi della strage di passanti, spara da dietro i cadaveri mezzi digeriti dei malcapitati da poco gnamgnammati, che a loro volta vanno a colpire altri pedoni, incrementando così il numero dei feriti.

Il Giocattolaio followa i suoi spostamenti da remoto, attraverso le telecamere alloggiate nel cristallino di Lory. Gli piace godersi da quell’altezza il panorama cittadino abbellito da una pletora di vittime sparse sul macadam. È lui ad accorgersi per primo di quel puntino bianco e rosso in rapido avvicinamento dal centro del cielo sereno.

Lo riconosce al volo.

È quel tanghero superpotente di Mister Okay, mannaggia! Che giunge dritto filato a rovinargli i piani, questo già lo sa. Argh! Il solito guastafeste-eeeh!

Di fatti, il beniamino dell’umanità impatta contro il bel visino ingigantito di Pretty Lory© con una crocca che le distorce completamente i connotati. Così, senza ciccare una parola… Pare la testa di un camelide schiacciata in mezzo alle porte di un ascensore ora…

Lory accusa il colpo. Vacilla. Dalla sua testa esce uno strano suono di circuiti elettrici survoltati. Si riprende.

«Ghi truo-o-ova un ammmicco truo-o-ova un tessorooo» commenta con un vocione distorto assai più metallico di prima, mentre Mister Okay non smette di colibrare tutto intorno alla sua turrita messa in piega. Pretty Lory© tenta di acciuffarlo, sebbene con scarsi risultati.

Gli abitanti della megalopoli ora non scappano più. Stanno a cerchio intorno alle ciclopiche calzature del mostro per godersi l’n-esima vittoria del loro eroe. C’è chi per giunta s’è rifornito di un secchiello di popcorn imburrati per meglio godersi lo spettacolo.

Ma… passato l’entusiasmo iniziale, c’è qualcosa di strano che un po’ tutti cominciano a notare…

Mister Okay si diverte a sgangherare la robottona dal pigiamino in carne sintetica. Un uppercut qua,  un colpo con la mano messa a taglio là, mentre quella non fa che strepitare frasi del tipo «Il tuo bacio è come un rock che ti morde col suo swing» oppure «È assai facile al knock-out che ti fulmina sul ring»… Tutto preso dalla scazzottatura Mister Okay non si accorge che Pretty Lory© si sta ulteriormente espandendo.

Se ne rendono conto gli spettatori improvvisati, che ora hanno smesso di wowoware le gesta del loro protettore, scivolando in un silenzio sempre più teso.

Lory ha superato in altezza anche il Pannational State Building, il grattacielo più alto di tutta Catchemall Capitol City, e sembra non volerne sapere di interrompere la propria crescita istantanea.

Anzi, da lassù ora stende un braccio nel tentativo di afferrare al volo il Palazzo del Comando, sede del governo pannazionale, che vola perennemente sopra le teste dei Catchemalliani appoggiato sopra una piattaforma volante. È allora che anche Mister Okay se la dà.

Ci rimumbla un po’ sopra, sospeso a mezz’aria a diecimila piedi di quota, piede più piede meno, trattenendo il mento volitivo tra pollice e indice con sguardo adombrato.

«È il campo magnetico che emano che fa aumentare a dismisura le proporzioni di Pretty Lory©, influendo sulla carne a base cellulare da cui è costituita…», «È il campo magnetico emanato da Mister Okay che fa aumentare a dismisura le proporzioni di Pretty Lory© influendo sulla carne a base cellulare da cui è costituita …» esclamano, quasi all’unisono, Mister Okay e il Giocattolaio Cremisi, ognuno dalla sua posizione, l’uno allarmato, l’altro festante.

Che fare?

Non c’è iperpotere che tenga. Mister Okay non sa come fermare quell’ingrandimento esponenziale sempre più minaccioso per l’intero ordine municipale. È la sua stessa presenza a incrementarlo…

Il Giocattolaio, da parte sua, si sfrega le mani sovreccitato. È convinto di avere già il successo in tasca, almeno per una volta. Almeno sino a quando a Mister Okay non si accende la proverbiale lampadina.

Sparisce dalla scena, giustificando così i crescenti strilli che si levano spaventati dalla folla, mentre la gigantessa meccanica spicca salti sempre più alti nel tentativo di agguantare il palazzo del potere, producendo, a ogni relativo atterraggio, delle scosse telluriche di medio-alta intensità.

Passa qualche minuto che Mister Okay è già di ritorno. Appesa a lui si può slumare una strana forma tondeggiante grossa all’incirca quanto uno scuolabus. Dal brontolio della pancia i Catchemalliani riconoscono in quel fagottone trasportato per via aerea il Golosone, tra tutti gli arcinemici di Mister Okay senz’altro quello dalla fame più insaziabile.

«Ciccio, ricordati che hai a che fare con una signora» prova a eccepire lei mentre già Mister Okay le droppa addosso l’energumeno che lo accompagna. Lo ha appena fatto evadere, alla bisogna, dal carcere di massima sicurezza in cui veniva tenuto a stecchetto.

«Va’ e sfamati!» lo incoraggia mentre lo fa rotolare verso la creatura del Giocattolaio come un’enorme palla da bowling. Il Golosone non se lo fa ripetere due volte. Comincia ad addentare i tessuti di cui è composta Pretty Lory©. «Mmmm, niente niente male. Sembra carne vera!» commenta con le guance refillate di bolo, proprio come se stesse girando uno spot di sensibilizzazione vegan.

Mister Okay osserva la scorpacciata da sotto, in mezzo alla gente tra cui è testé atterrato, beandosi tutti insieme degli urli strazianti di Lory, che il corpulento villain va rapidamente gnamgnammando.

Il Gioccolaio Cremisi, dal suo laboratorio segreto, bruxa i denti placcati oro: «Maledetto Mister Okay, ancora una volta l’hai avuta vinta tu… Ma non sarà sempre così, te l’assicuro-oooh!».

Contenti, Okay-fans?! Ancora un caso risolto dal tempestivo intervento del vooostro… paladino mantellato!

Drammatizzazione dal film “MISTER OKAY SAVES THE WORLD

[Brano concesso su licenza della KORM ent]

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ENDOXA - BIMESTRALE LETTERATURA

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