ZOMBI – EDITORIALE

8128563961_5ba1550e68_bRICCARDO DAL FERRO

Facile dire zombie agli altri, ma se lo zombie fosse quello allo specchio?
Gli zombie sono sempre quelli che la pensano (anzi, non la pensano) in modo diverso da me, quelli che fanno cose che non capisco, che si aggregano per compiere gesti che mi ripugnano, che portano avanti idee che aborrisco. Ma lo zombie non è questo: lo zombie non “fa cose”, né si aggrega, né tantomeno porta avanti idee. Lo zombie, in realtà, è guidato da forze inconsapevoli che lo conducono dove altrimenti non andrebbe.
Per questo ci è così difficile digerire lo zombie: perché lo zombie sono sempre io, quando mi lascio andare a istinti e meccanismi che non so controllare, quando finisco per cadere in convinzioni in modo inconsapevole, quando non so dare spazio alla mia individualità e cado nell’omologazione e la prevedibilità. Sono lo zombie quando è l’algoritmo a scegliere per me il prossimo video, quando è l’influencer a farmi comprare qualcosa di cui non ho misurato il bisogno, quando è il prete a dirmi cosa pensare dei miei figli senza che io abbia fatto lo sforzo di parlare con loro. Sono lo zombie quando spero che la vita possa svolgersi in modo automatico, quando affido i miei problemi alle soluzioni del guru di riferimento, quando smetto di cercare la mia interpretazione perché mi aggrappo alle interpretazioni altrui (di solito, quelle di uno più forte, più audace, più ricco e più figo di me).
Lo zombie è il mostro che vedo allo specchio perché non ha nulla di speciale e ha tutto di quotidiano. Ci ricorda l’abitudine che diventa legge, la routine che si trasforma in ripetizione, la novità che diventa nemica, la consapevolezza che muta in troppa fatica, il dialogo che inizia a pesare troppo, e perciò ci tramuta in creature automatiche, algoritmiche, inconsapevoli. L’atto di decomposizione nello zombie avviene prima nei suoi pensieri e poi nel suo corpo e quando noi spegniamo il pensiero critico (che è faticoso, che costa molto ma ci permette di emanciparci dai meccanismi deteriori dell’esistenza) stiamo decomponendo proprio i nostri pensieri, affidandoli a qualcosa o qualcuno che prenderà la guida della nostra vita.

Lo zombie, insomma, è chi vive la vita d’altri. E questo, spesso, sono io allo specchio.
Perciò, lo zombie è la creatura mostruosa più vicina alla filosofia che ci sia. E questo lo rende interessante.

Mirror Face Man” by Khem ☺ is licensed under CC BY-NC-SA 2.0.

ENDOXA - BIMESTRALE FILOSOFIA

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: